La confessione qui è che io amo Gretchen Rubin.
Gretchen Rubin è una di quelle americane che a guardare una sua foto tu dici subito “cavoli quanto sei americana”. Upper class newyorchese con il suo taglio di capelli sempre perfetto e i vestitini pastello. Non solo, se vai a leggere i titoli dei suoi libri finisce per venirti l’orticaria: “progetto felicità” “cambiare è facile” e altra roba su questo genere di americano-smelenso che ti sa di self-help book e di religione inventata su due piedi.
I libri di self-help io li odio. Ne ho letti tanti perché sono interessata a tutte queste cose di produttività e abitudini ma sono sempre una noia da leggere. Scritti da gente che è convinta di aver trovato la soluzione assoluta a tutti i problemi dell’umanità e frasi ‘motivational’ vaghe e inutili che non significano niente.
E alla fin fine i libri della Rubin un po’ sono così.
Devi filtrare tutta quell’americanità per riuscire a trovare le cose che hanno un senso sotto sotto. Dalla sua lei ha che ha uno humor abbastanza sarcastico (molto più digeribile) e il fatto che mai osa parlare per assolutismi. Lei racconta la sua esperienza e basta. Non è universale nel dire “fate questa cosa e la vostra vita cambierà radicalmente!”. Parla di vari esperimenti suoi che hanno avuto successo e di altri che hanno fallito. Ed è divertente così. Quindi contro la mia totale riluttanza ha finito per vincere lei. Al punto che ora sono mesi che seguo settimanalmente il suo podcast (che amo e consiglio più dei suoi libri tbh).
Il suo libro più famoso è il suo progetto felicità (1 anno di esperimenti volti a migliorare e ottimizzare le cose in famiglia e sul lavoro) ma quello di cui volevo parlare sono le quattro tendenze.
Di principio Gretchen scrive di tutte quelle cose che possono rendere la vita migliore, meno stressata, più interessante e più come la vorresti tu. E uno dei principali aspetti del ‘rendere la vita migliore’ è il ‘creare buone abitudini‘.
Ha scritto a lungo di come strutturare delle abitudini e trucchi per riuscirci in modo efficace alla prima botta.
Dopo una serie di osservazioni sulla natura umana ha creato la struttura che ha chiamato The 4 tendencies, le quattro tendenze. Non è basata su nulla di scientifico ma è un punto di partenza ottimo per quello che serve a noi.
Cosa sono le quattro tendenze?
E’ ne’ più ne’ meno che un test di personalità ma si concentra sul perché fai le cose e in che modo ti convinci ad agire. Ha diviso le persone in 4 profili: Upholder, Questioner, Obliger, Rebel
Obliger
Gli Obliger son quel tipo di persone che fanno le cose solo perchè magari qualcun altro se le aspetta da loro ma poi hanno una marea di problemi a fare cose solo per se stessi. Se decidono di cominciare a correre ogni mattina perchè gli fa bene non ci riusciranno mai. Ma se ha un partner con cui va a correre ogni mattina che si aspetta da lei che sia presente allora ci riuscirà senza grossi problemi.
Questioner
I questioner sono quelli che non hanno problemi a fare le cose, basta che abbiano senso. Che ci sia una ragione logica dietro e che questa sia solida. Se scoprono che meditare per 5 minuti al giorno gli fa bene e capiscono il perchè allora non avranno problemi a farlo ogni giorno. Se non vedono il senso nel fare qualcosa ripetutamente non la fanno e basta.
Upholder
Gli upholder sono quelli che riescono a fare le cose se ci sono aspettative esterne o interne. Insomma, se è una cosa che hanno deciso loro o che qualcuno si aspetta da loro.
Rebel
I ribelli sono quelli che resistono le aspettative sia interne che esterne. Fanno quello che preferiscono fare e basta. Hanno problemi anche a rispettare i propositi personali.
Ognuna di queste quattro tendenze va approcciata in modo diverso
Insomma, se a inizio anno decido di fare più moto ed esercizio è bene che affronti questo proposito in modo diverso. Un Obliger magari con un istruttore che si aspetta la sua presenza ci riuscirà facilmente. O potrebbe farsi controllare da un partner. Un ribelle magari potrebbe essere più attirato da un qualcosa che lo renda più ‘libero’. Potrebbe finire per associare la palestra con qualche orrido dovere che non farà mai, potrebbe preferire andare a correre per conto suo ad esempio. Un questioner ha bisogno solo di essere convinto che fare moto è una cosa che ha senso, se si struttura l’esperienza in modo che abbia senso logico. (“perchè andare nella palestra qui vicino casa quando il momento della giornata che ho perfetto per andarci è subito dopo il lavoro? non ha più senso cercarne una vicino all’ufficio?”)
Io sono una Questioner. A palla.
E mi sono resa conto che quando non riesco a portare avanti qualcosa è perchè l’avevo pensata male fin dall’inizio. Non avevo tenuto conto di cose che sarebbero state scomode e avrebbero avuto poco senso. Quando mi prendo la bega di pensare ogni aspetto di una cosa prima di mettermi a farla ci riesco infinitamente meglio. Invece se ci ragiono male, già da subito comincio a dire “certo però se lo faccio ora poi dopo non posso fare questo”. “è veramente scomodo farlo in questo modo”. “non ha senso così”. E va a finire che abbandono a metà strada il progetto. Anche se l’abitudine in se aveva senso e mi aveva convinto.
Insomma, non so quanta scienza c’è dietro sta roba delle quattro tendenze. Immagino poca: ma effettivamente ti da’ uno spunto di partenza per capire come affrontare i propositi e le abitudini.
Ha anche creato un quiz che si può fare qua: The 4 Tendencies quiz.
E voi quale delle quattro tendenze siete? Vi è più semplice fare le cose se qualcuno se le aspetta da voi o se ve lo aspettate da voi stessi? O magari se ha senso? Oppure avete bisogno che nessuno si aspetti nulla da voi?
Se volete approfondire come creare nuove abitudini ho scritto un post dove spiego vita morte e miracoli del processo.
Ciao, anche io sono un questioner, la teoria sottesa al libro credo sia il disc model : blu-questioner, rosso-upholder, giallo-rebel, verde-obliger.
Che figo tutto ciò, Martì!
Hai ragione, lei è veramente ma VERAMENTE americanissima, però resto come te dell’idea che è possibile (certo non sempre, che a volte è come cavare il sangue da una rapa) prendere il meglio di ciò che ci serve anche da queste americanate.
Ma è un po’ il principio della Mondo, io ho dimezzato la roba da tenere in casa ma non soprassedendo su alcune cose che ho tenuto come dico io.
Perché indovina? Sono pure io una QUESTIONER. Se non trovo una base pratica che si adatta A ME puoi raccontarmela come vuoi, ma non lo farò.
Nemmeno li conto i percorsi che ho “personalizzato” per le mie esigenze, anzi è raro che a corsi e libri prenda cose tout-court.
Ma in fondo non è così male: dobbiamo solo far pace col fatto che siamo magari più lente (perchè calcolare tutti i pro e i contro e le possibilità sul COME fare le cose leva un sacco di tempo)
E pazienza, però questo test ti apre parecchie riflessioni. Grazie!
P.S.
Il blog è cresciuto immensamente, mi piace un sacco
ecco ovviamente mi riferivo alla Kondo, e il Mac ha fatto un po’ come gli pareva a lui
HOY MORE!
Si, sto blog è diventato infinitamente più grosso di quanto non mi aspettassi e comincio anche ad aver problemi di traffico (me sa che me toccherà a breve prendere un server più decente. ugh.)
CHE FOSSI UNA QUESTIONER NON L’AVREI MAI MESSO IN DUBBIO! ahah.
Per altro, consigliato tantissimo il podcast de sta tizia (la rubin) se ti ascolti i podcast. E’ divertentissimo e da’ sempre un sacco di bei spunti: https://gretchenrubin.com/podcasts/
Ma si, sono pienamente d’accordo nel personalizzare i metodi alla propria vita, Io di solito provo un po’ tutto per un breve periodo perchè le cose adatte a volte sono le più inaspettate ma poi più o meno subito mi rendo conto di cosa sta funzionando e cosa no. e beh… /: non tutto funziona per me.
BACI CARA!